In origine il cane da pastore o Collie veniva utilizzato come conduttore del gregge. Si presume che sia arrivato sulle coste britanniche assieme ai Romani e che in seguito sia finito sulle colline della Scozia quando la Britannia fu invasa dai Picti e dagli scozzesi.
Sicuramente in Scozia questi cani erano già conosciuti e diffusi come razza a se stante già attorno ai primi dell’ottocento: si legge sul dizionario agricolo del 1843 che il termine “collie” indicasse una pecora con il muso e le gambe nere. “Col” deriva dall’anglosassone e significa appunto “nero”: i cani addetti a queste greggi venivano chiamati “Colley dog” e successivamente “Collie”.
Il Rough Collie arrivò dalla Scozia e dai paesi di confine fino a Birmingham in seguito allo sviluppo ferroviario, e proprio a Birmingham apparve per la prima volta in un’esposizione canina nel 1860, colpendo il pubblico per la sua appariscenza che lo distingueva da tutti gli altri cani da pastore. La grande popolarità della razza iniziò comunque con la regina Vittoria, che se ne innamorò mentre era in vacanza in Scozia. Fu allora che il cane degli umili agricoltori fu elevato al rango di cane dell’aristocrazia.
Tra il 1930 e il 1970, il collie diventò molto popolare negli Stati Uniti, e proprio il 1970 viene spesso indentificato come il momento di maggiore qualità per la razza. Inutile sottolineare che il vero successo della razza fu conseguente alla pubblicazione, nel 1938, del libro “Lassie Come Home” di Eric Knight. Con l’avvento della televisione, il pubblico americano e in seguito anche quello internazionale poté godere della serie di telefilm basati sulla figura di Lassie, che divenne così il cane più di moda negli anni ’70 ed una delle razze più riconoscibili al mondo.